2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro è presente tutta la mia vita, nel bene e nel male, nelle gioie e nel dolore, ma nelle sue pagine si legge anche quanto mi è stato raccontato o riferito da altri, del loro vissuto.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho riversato sulle pagine di “Al centro del cuore” tutto quello che mi portavo dentro, nel mio cuore, e questo è stato terapeutico per me perché ho provato tanta pace che si fondeva con il desiderio di donare la stessa pace ai cuori feriti.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo mi è stato suggerito da mio figlio, quando era bambino, ed è stato semplice. Un giorno gli ho chiesto come avrei potuto intitolare una cartella con dei miei appunti che avevo iniziato a prendere dal giorno della mia conversione, c’erano soprattutto le citazioni dei versetti biblici che iniziavo a comprendere, i numeri dei riferimenti. Per me la Bibbia era tutto un nuovo mondo da scoprire (e lo è ancora, ma adesso qualcosa, più di prima, la comprendo), e di ogni versetto che mi colpiva il cuore, mi appuntavo il riferimento biblico e tutto quello che non volevo dimenticare. Avevo però timore che in futuro avrei potuto strappare questi foglietti, poiché in passato ho sempre cancellato ogni mio scritto; così ho pensato che apponendo un bel titolo sulla cartella avrei potuto affezionarmi di più a quello che vi scrivevo. Avevo tanto cercato un titolo ma non riuscivo ad avere alcuna ispirazione al riguardo, e, quando la mia attenzione si è concentrata su un Salmo che dice: “Dalla bocca dei bambini e dei lattanti, tu ti sei procurato lode", ho chiesto a mio figlio un titolo per i miei appunti; lui mi ha subito risposto: "Al centro del cuore". Poi, chiedendogli come mai mi avesse detto quel titolo, mi ha spiegato che la sera prima aveva visto un film di Giovanna d’Arco, dove una freccia colpiva la santa al centro del cuore. Ho scritto il titolo, a grandi lettere, sulla cartella, ma non sapevo che in futuro, da poche righe scritte qua e là, avrei trovato lo spunto per scrivere un libro. Considerando che la tematica che affronto in “Al centro del cuore” è molto vasta, e che non ho scritto nulla che prima non arrivasse al centro del cuore mio, con la speranza di toccare anche il cuore degli altri, il libro non poteva essere intitolato diversamente.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non ho dubbi, vorrei la Bibbia. In un’isola deserta mi sentirei meno sola se avessi con me la Bibbia, perché, ogni volta che sentissi l’esigenza di aprire il libro, potrei ascoltare la voce e le parole di Dio. E chissà quante cose sentirei di Lui, che adesso, con il frastuono del mondo, non riesco ad ascoltare. Sarebbe per me sostegno, pane di vita, forza per non deprimermi nell’essere tutta sola in un’isola deserta.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho intrapreso nessuna carriera di scrittrice, io sono soltanto l’autrice di “Al centro del cuore”. Né sono alla ricerca di un successo facile ed effimero.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro è nato senza che io me ne accorgessi. E non ho scritto perché prima avevo già imparato qualcosa (a parte i vari appunti che conservavo in una cartella), ma ho scritto per imparare, prima scrivevo e poi imparavo. La Bibbia l’ho compresa grazie allo stimolo fornitomi dalla stesura di “Al centro del cuore”, e a volte non avevo voglia di smettere di scrivere, proprio perché avevo ancora voglia di imparare.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Per me “Al centro del cuore” è come una creatura vivente, e vederla formare è stata un’emozione indescrivibilmente bella. Ho provato le stesse emozioni di una gravidanza che si conclude con la nascita di un bel bimbo.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
“Al centro del cuore” non è stato scritto di getto: ho iniziato scrivendo, in vari foglietti, brevi frasi, anche singole parole, un versetto biblico, e conservavo il tutto in una cartella. A volte fra un appunto e l'altro passavano mesi o addirittura anni di pausa. Non sapevo neanche che fare di questi fogli che andavano accumulandosi. Alcuni li ho strappati, altri li ho persi, altri sono serviti soltanto per la mia crescita interiore e non per prendere spunto per il mio libro. Direi che la prima persona che ha letto il mio testo quando ha preso corpo, e dopo che mi sono resa conto che stavo scrivendo un libro, è stato don Alessandro Andreini, della Comunità di San Leolino, che poi mi ha redatto la nota sul retrocopertina. Insieme, don Alessandro e io, abbiamo preso la decisione di farlo leggere al Vescovo Mansueto Bianchi che poi mi ha scritto la prefazione.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che l’audiolibro può essere molto utile per chi ha problemi nell’impegnarsi nella lettura sul cartaceo, o per chi ama più ascoltare che leggere.